Certificazione del DPO: occorre una norma europea (EN)

Negli ultimi mesi la discussione sul ruolo del Data Protection Officer, delle figure privacy e sulla loro certificabilità si è fatto sempre più acceso.

In Italia, oltre ad alcuni schemi proprietari sulla figura del DPO, come quello di CEPAS, sono in corso i lavori UNI (Ente nazionale italiano di unificazione) per definire una norma tecnica UNI/UNINFO Attività professionali non regolamentate – Profili professionali relativi al trattamento e alla protezione dei dati personali – Requisiti di conoscenza abilità e competenza che definisca i profili e le competenze dei professionisti che lavorano nel contesto del trattamento e della protezione dei dati personali.

In Spagna l’Autorità Garante Privacy | Agencia Española de Protección de Datos (AEPD) in collaborazione con ENAC, l’Ente di normazione nazionale, ha presentato uno schema di certificazione per i Data Protection Officer.

Seppure questi schemi sono e saranno ad adesione volontaria, sono visti come punto di riferimento per fornire al mercato contenuti ed elementi minimi per un meccanismo di certificazione che possa servire come garanzia per stabilire le qualifiche e le professionalità dei futuri Data Protection Officer.

Tuttavia, la figura del DPO dovrebbe essere europea e quindi le aziende si aspettano che i requisiti e le qualifiche siano uniformi in tutti gli Stati membri UE e non che vi siano schemi nazionali diversi; in quest’ultimo caso verrebbe meno lo spirito della riforma.

Quindi così come il WP29 (in futuro Comitato Europeo per la Protezione dei dati EDPB) è chiamato ad intervenire per assicurare, fra l’altro, un’applicazione coerente del Regolamento Privacy (UE) 2016/679; potremmo auspicare che il CEN (European Committee for Standardization), organismo di normazione europea, elabori di concerto con l’EDPB una norma EN sul Data Protection Officer.

Ricordo infatti che le norme EN devono essere obbligatoriamente recepite dai Paesi membri CEN e la loro sigla di riferimento diventa, nel caso dell’Italia, UNI EN. Queste norme servono ad uniformare la normativa tecnica in tutta Europa, quindi non è consentita l’esistenza a livello nazionale di norme che non siano in armonia con il loro contenuto.

La formalizzazione di una norma EN sarebbe quindi un modo veramente efficace per uniformare a livello europeo criteri, qualifiche caratteristiche del Data Protection Officer (DPO) e delle figure privacy a questi affiancate: la stessa filosofia del GDPR.

Matteo Colombo

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WP29: Guidelines sul ruolo del Data Protection Officer

guidelinesSono state finalmente pubblicate e adottate il 13 dicembre 2016 le Guidelines sul ruolo del Data Protection Officer da parte del Working Party 29.

Sono anche disponibili le domande frequenti dei Data Controller sul tema DPO.

Cliccare qui per leggere le Guidelines complete

Cliccare qui per leggere le domande frequenti sul tema DPO

Le guidelines (cliccare qui per leggerle) sono molto ricche e si riportano di seguito alcune precisazioni che sono state fissate sulle definizioni di “attività principale” e trattamenti su “larga scala”.

Sulla definizione di “attività principale”  vengono fornite alcune esemplificazioni sia in senso positivo che negativo ovvero:

  1. Ad esempio, l’attività principale di un ospedale è quella di fornire assistenza sanitaria. Tuttavia, un ospedale non può fornire l’assistenza sanitaria in modo sicuro ed efficace senza l’elaborazione dei dati di salute, come le cartelle cliniche dei pazienti.
    Pertanto, l’elaborazione di tali dati deve essere considerata come una delle attività principali di ogni ospedale e gli stessi devono quindi designare un DPO;
  2. Una società di vigilanza  privata svolge la sorveglianza di un certo numero di centri commerciali e spazi pubblici. La sorveglianza è l’attività principale della società, che a sua volta è indissolubilmente legata al trattamento dei dati personali. Pertanto, questa società deve designare un DPO.

Diversamente per tutte le aziende che svolgono alcune attività ordinarie, ad esempio, pagare i loro dipendenti o trattare dati attraverso attività di supporto IT standard, si tratta di funzioni di supporto necessarie per il “core activity” dell’organizzazione. Queste attività sono necessarie o essenziali e sono solitamente funzioni accessorie; quindi non necessitano di nomina di un DPO.

Sulla definizione di “larga scala”  vengono fornite alcune esemplificazioni sia in senso positivo che negativo ovvero, sono da considerarsi trattamenti su larga scala:

  • l’elaborazione dei dati del paziente in un ospedale;
  • il trattamento dei dati di viaggio delle persone che utilizzano il sistema di trasporto pubblico di una città (ad esempio il monitoraggio via carte di viaggio);
  • l’elaborazione dei dati in tempo reale di geo-localizzazione di clienti di una catena di fast food internazionale per fini statistici attraverso un data processor specializzato nella fornitura di questi servizi;
  • il trattamento dei dati dei clienti nel normale corso di attività da una compagnia di assicurazioni o di una banca;
  • il trattamento dei dati personali per la pubblicità comportamentale da un motore di ricerca (cookies di profilazione);
  • il trattamento dei dati (i contenuti, il traffico, la posizione) da parte dei fornitori di servizi telefonici o Internet.

Mentre esempi che non costituiscono l’elaborazione su larga scala sono:

  • il trattamento dei dati dei pazienti da parte di un singolo medico;
  • il trattamento di dati giudiziari da parte di un avvocato.

Nei prossimi giorni analizzeremo ancora più nel dettaglio le linee guida.

Matteo Colombo

Regolamento Privacy UE

Regolamento Privacy UE: pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea

Il 4 maggio 2016 sarà ricordato dai DPO europei per la pubblicazione ufficiale del testo del Regolamento Europeo Privacy nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (Serie L. 119 | 04 Maggio 2016).

La denominazione del Testo del Regolamento Europeo Privacy è la seguente: “Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 Aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento generale sulla Protezione dei dati”.

Il Regolamento entrerà in vigore il 24 maggio 2016 e sarà applicato a partire dal 25 maggio 2018.

Affrettiamoci a far fronte ai nuovi adempimenti!

Cliccare qui per consultare il testo del Regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea

Autore: Dott. Matteo Colombo | CEO di Labor Project srl e Presidente di ASSO DPO

 

 

 

Gestione della privacy come quella della sicurezza sul lavoro

Intervista di eSanit@ al Dott. Matteo Colombo     CEO di Labor Project srl e Presidente di ASSO DPO

Fonte: www.esanitanews.ite-sanit@

Il recente Congresso annuale della AssoDPO, l’Associazione Data Protection Officer, verteva su numerosi argomenti di primo piano della sicurezza dei dati: gli impatti del nuovo regolamento privacy Ue sulle imprese europee ed extra europee anche in ambito sanitario, il ruolo del DPO in Europa, l’accountability e trasferimento dati all’estero, il data breach. Matteo ColomboVi è anche stata una tavola rotonda con le principali associazioni continentali per la privacy per confrontarsi con il punto di vista dei DPO degli altri paesi. Abbiamo chiesto a Matteo Colombo, presidente ASSO DPO, di raccontarci i principali nodi tematici emersi nella due giorni milanese.

Avevate numerosi argomenti caldi per la discussione. Come l’avete impostata?

«Verteva sul futuro prossimo, alla luce degli adempimenti richiesti dal nuovo regolamento Ue, e su temi come il data breach e l’accountability. Sono stato recentemente in America al Global Privacy Summit. Tenendo conto che gli Usa sono molto più avanti di noi sulla privacy, gli argomenti che interessano sono stati anche lì la crittografia dei dati, l’analisi dei data breach,  la formazione di tutti i soggetti che hanno a che fare con i dati e la governance per la gestione dei dati da parte del Data Protection Officer. AssoDPO nasce per dare strumenti ai professionisti della privacy che si devono ormai muovere su un mercato che non è più solo italiano ma europeo. Teniamo conto che il DPO è il soggetto che si interpone tra il titolare del trattamento e la struttura aziendale. I DPO italiani stanno organizzando il loro lavoro sulla scorta delle esperienze di altri soggetti europei, rimettendo in auge il registro del trattamento, rifacendosi quindi a modelli interni che consentono di tracciare il trattamento, di analizzare e difendere i dati del cittadino e del paziente, lavorando a contatto con il titolare del trattamento medesimo. I DPO hanno a che fare o con case madri estere che stanno cercando di coordinarli oppure lavorano in filiali fuori Italia, quindi stanno cercando di applicare delle policy interne, delle informative comuni, delle regole per  il data breach. Stanno mettendo in piedi un processo aziendale anche senza avere ancora il supporto di una norma ISO».

E per quanto riguarda i dati specificamente sanitari?

«Abbiamo fatto un’analisi legata alla digitalizzazione e ai vantaggi e ai rischi che essa ha per il cittadino-paziente. Le aziende sanitarie devono strutturarsi per difendere i dati e il processo dev’essere governato dal DPO. Al congresso è stato fatto un esempio significativo: a Bologna, l’archivio cartaceo delle cartelle sanitarie è di oltre 20 km. di estensione fisica. La sua  complessità comporta difficoltà nel reperire le informazioni ma lo rende anche più facilmente difendibile rispetto a un archivio digitale, perché la digitalizzazione in un unico database fa sì che sia più facile che avvengano violazioni dei dati. Il nuovo regolamento introduce il concetto della privacy by default e by design e quindi la necessità, per la gestione dei dossier sanitari, di lavorare molto sulla privacy by design, per far sì che i dati vengano lavorati da alcuni soggetti e non da altri, ad esempio dai medici e non dagli amministrativi. Un altro tema portato in primo piano dal nuovo regolamento è la crittografia dei dati per far sì che, in caso di data breach, l’accesso non autorizzato avvenga su dati non aperti. Le aziende sanitarie devono programmare la criptazione dei dati con un investimento che però è modesto, nell’ordine di poche migliaia di euro».

Vi sono stati nel recente passato casi di accessi non autorizzati ai dati sanitari in aziende pubbliche.

«Il colonnello Marco Menegazzo – comandante del Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza – ha detto che in questo primo semestre vengono verificati i dossier delle aziende sanitarie pubbliche e quelle private che trattano dati sanitari. Già adesso le aziende che hanno subito data breach hanno l’obbligo di notificarlo e infatti ho casi di soggetti, che seguo, i quali hanno avuto data breach e che hanno comunicato gli accessi abusivi al sistema all’autorità garante. Il nuovo regolamento, imponendo la crittografia dei dati e l’utilizzo di software che osserva la privacy by design non  impone la comunicazione del data breach, perché i dati non sono leggibili. L’investimento sarà bilanciato dal fatto di non dover rendere noto il data breach e viene così meno il problema mediatico di dover avvisare tutti gli interessati, con le conseguenti ricadute d’immagine. Saremo tutti sottoposti a questi investimenti per la sicurezza dei dati. La norma impone misure idonee e ciò comporta un cambio di mentalità: l’atteggiamento deve diventare proattivo».

Avete affrontato anche questioni inerenti la gestione di dati sanitari particolari o in strutture come le Residenze sanitarie assistenziali?

«Un discorso importante è stato quello riguardante i dati sanitari nelle RSA. Hanno dossier sanitari anche se non se ne rendono conto e hanno spesso database di dati leggibili da tutti gli operatori. Quindi dovranno nominare anch’esse un DPO e provvedere alla sicurezza del dossier. È una svolta epocale che richiede investimenti mirati per la difesa del dato. L’autorità garante ha detto che in fase di accertamento il primo quesito che viene posto è sulla governance: chi è il titolare, chi sono i responsabili e chi sono gli incaricati. Occorre un organigramma certo, con ruoli e responsabilità di chi tratta e garantisce la sicurezza. Bisogna capire che la gestione della privacy diventa come quella della sicurezza sul lavoro. Infine, un altro argomento molto interessante su cui è stata posta l’attenzione è il dato genetico e di come in futuro andrà a influire sulle scelte dei cittadini».

Regolamento Privacy UE

14 APRILE 2016 | DATA STORICA PER LA PRIVACY: APPROVATO IL GDPR

Oggi il Parlamento Europeo ha approvato il testo definitivo del Regolamento Privacy UE (GDPR), che sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, e sarà direttamente applicabile in tutti i 28 Stati Membri dell’Unione Europea.

La direttiva 95/46/CE sarà abrogata a decorrere da due anni dalla data di entrata in vigore del Regolamento.

Le principali novità introdotte sono:

  • obbligatorietà del Data Protection Officer per alcune tipologie di trattamento e per la P.A.;
  • diritto all’oblio, in particolar modo per i dati on-line;
  • previsione di un consenso chiaro ed inequivocabile;
  • i dati genetici e biometrici sono considerati dati sensibili;
  • maggiori informazioni sul periodo di conservazione dei dati;
  • sanzioni fino a 20 milioni di euro o al  4% del fatturato mondiale totale annuo del trasgressore;
  • one stop shop;
  • data breach notification;
  • previsione di Data Privacy Impact Assessment (DPIA) e di registri del trattamento;
  • codice di condotta e schemi di certificazione Privacy.

Al 2° Congresso Annuale di ASSO DPO che si terrà a Milano il 18 e 19 aprile 2016, parleremo di tutto questo, ed in particolare del nuovo ruolo del Data Protection Officer, con i massimi esperti internazionali ed italiani in materia di Data Protection.

Per maggiori informazioni www.congressoassodpo.it

Cliccare qui per visualizzare il testo del Regolamento Privacy UE (GDPR)

2° CONGRESSO ANNUALE ASSO DPO 2016 | ACCREDITATO ANCHE DALL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI MILANO

Il 2° Congresso Annuale di ASSO DPO è alle porte e, pur essendo terminati i posti disponibili per il Pre-Congresso del 18 Aprile, sono ancora aperte le iscrizioni per il Congresso Internazionale del 19 Aprile 2016 a Milano.

CLICCA QUI PER LEGGERE IL PROGRAMMA

Ecco perché non puoi mancare:

  • assistere ad un confronto sulla riforma europea Privacy | GDPR tra la Commissione Europa, il Garante Europeo e le Autorità Garanti Privacy di alcuni tra i più importanti Stati Europei (Gran Bretagna, Germania, Grecia e Italia);
  • ascoltare gli interventi anche di Data Protection Officer (DPO) di multinazionali italiane ed estere su temi importanti quali: Data Privacy Impact Assessment, misure di sicurezza, trasferimento dati all’estero, data breach e sanità;
  • avere l’opportunità di avere un confronto diretto con i massimi esperti italiani ed europei in tema di Data Protection;

Il Congresso è stato accreditato presso l’Ordine degli Avvocati di Milano (4 crediti) ed è in attesa di ricevere l’accreditamento anche da parte dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano (ODCEC) e dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Como.

CLICCA QUI PER ISCRIVERTI

Autorità Garanti e Principali Relatori:

  • Bruno Gencarelli | Head Unit Data Protection presso la Commissione Europea
  • Giovanni Buttarelli | Garante Europeo Protezione Dati Personali
  • Antonio Caselli | Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali
  • Iain Bourne | ICO – Autorità Garante Privacy Regno Unito
  • Stephen Eckersley | ICO – Autorità Garante Privacy Regno Unito
  • Michael Kaiser | Autorità Garante Privacy Tedesca (Assia – HDSB)
  • Dimitris Zografopoulos | Autorità Garante Privacy Greca
  • Steve Wright | Former Chief Privacy Unilever
  • Ernst O. Wilhelm | DPO GFT Technologies AG
  • Gennaro Vecchione | Comandante delle Unità Speciali della Guardia di Finanza
  • Anna Pouliou | Executive Lead Attorney for European Privacy & Data Protection di GE Corporate
  • Gianni Cattaneo | Avvocato e Docente Universitario presso Supsi
  • Prof. Mauro Moruzzi | Università di Bologna
  • Sabrina Salvaterra | Sr Manager Quality & Governance Biogen Italia
  • Riccardo Giannetti | Esperto in certificazioni Privacy
  • Raffaele Provolo | DPO Comune di Milano
  • Ricard Martínez | Presidente di APEP
  • Caroline Olstedt Carlstrom | Presidentessa Data Protection Forum – Svezia.

Moderatori:

  • Alexis Kateifides | DataGuidance Global Privacy Director
  • Alice Marini | DataGuidance Privacy Analyst
  • Stewart Dresner | Director Privacy Laws&Business
  • Gonca G. Dhont | CEO DPO Network Europe
  • Comitato Scientifico di ASSO DPO

Per maggiori informazioni

segreteria@assodpo.it | www.congressoassodpo.it

VERSIONE ITALIANA DEL REGOLAMENTO PRIVACY UE

È finalmente stata pubblicata la versione italiana del futuro Regolamento UE sulla Protezione dei Dati (GDPR) | è la versione approvata il 15 dicembre 2015.

Prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea, che avverrà in primavera, saranno introdotte alcune piccole variazioni “tecniche” e di traduzione.

CLICCA QUI PER LEGGERE LA TRADUZIONE DEL FUTURO REGOLAMENTO UE

Regolamento Privacy UE

 

2° CONGRESSO ANNUALE ASSO DPO 2016

Dopo il successo della prima edizione del Congresso Annuale di ASSO DPO, l’Associazione Data Protection Officer si presenta con un nuovo evento che conferma la propria posizione all’interno del panorama Internazionale in materia di Privacy e Data Protection Officer.

Il programma quest’anno prevede due giornate:

  • 18/04   Pre-Congresso con Tavola Rotonda 
  • 19/04   Congresso Annuale

Nel pomeriggio del 18 aprile 2016 presso il Museo di Storia Naturale di Milano organizzeremo una Tavola Rotonda con le principali Associazioni Privacy Europee e alcuni DPO italiani per discutere del Ruolo del Data Protection Officer in Europa.

Il 19 aprile 2016 dalle ore 9.00 alle 17.00, la prestigiosa sede di Palazzo Mezzanotte a Milano – London Stock Exchange Group accoglierà invece il Congresso Internazionale.

Nel centro nevralgico della città si confronteranno come relatori i più importanti Referenti Privacy/DPO di Multinazionali e Autorità Garanti. Un panel di interlocutori a livello Europeo che riconferma l’importanza e l’impatto del nuovo Regolamento Privacy UE.

Visti i posti limitati, soprattutto per il pre-congresso con solo 120 posti disponibili, per premiare i nostri associati sino al 01 febbraio 2016 le iscrizioni saranno concesse in prelazione solo ai soci ASSO DPO.

CLICCARE QUI PER ISCRIVERSI

Quindi vi invito ad iscriverVi entro tale data al fine di evitare di perdere la possibilità di partecipare a questo evento fondamentale e imperdibile per tutti i professionisti della Privacy.

SERVIZIO DI TRADUZIONE SIMULTANEA ITALIANO/INGLESE E INGLESE/ITALIANO
Per maggiori informazioni: www.congressoassodpo.it

Matteo Colombo
Presidente di ASSO DPO

2nd ANNUAL CONGRESS ASSO DPO 2016

After the successful first edition of the ASSO DPO Congress, the Italian Association of Data Protection Officer ASSO DPO is deligthed to announce the next  ASSO DPO Annual Congress which confirms our position  in the international field of Privacy and Data Protection.

This year the Program is divided in two days:

  • 18/04 Pre-Congress Workshop with the Round Table
  • 19/04 Main Annual Congress

On 18th April 2016 afternoon at Natural History Museum we are going to organize a Round Table with the main European Privacy Associations to discuss the Role of the Data Protection Officer in Europe.

On 19th April 2016 from 09:00 a.m. to 17:00 p.m, Palazzo Mezzanotte – the Italian Stock Exchange Headquarter (London Stock Exchange Group – http://www.lseg.com/it/palazzo-en) will be the location of our International Congress.

In the heart of the city, European Data Protection Authorities, Italian and European DPOs will discuss and share their insights on Data Protection. A panel of Speakers at european level will confirm the importance and the impact of the new Regulation in Privacy field.

SIMULTANEOUS TRANSLATION SERVICE ITALIAN / ENGLISH AND ENGLISH / ITALIAN
For more information: www.congressoassodpo.it

Matteo Colombo
ASSO DPO PRESIDENT